1 :TORRE GUACETO, COME ARRIVARE E COSA VEDERE NELLA RISERVA
Il paesaggio è tipico della macchia mediterranea, un tripudio di colori dal verde delle secolari piante di ulivo, al giallo delle spiagge e delle dune, all’azzurro cristallino del mare che si infrange sulle scure scogliere.
Gli odori che riportano indietro nel tempo sono quelli di una natura incontaminata e protetta su cui troneggia una Torre Aragonese.La riserva si divide in due parti: quella marina con 5 isolotti e quella terrestre con una fitta e lussureggiante vegetazione mediterranea.
LA ZONA MARINA
La parte marina, è a sua volta, divisa in tre zone: nella zona A dove è vietata la navigazione, è consentito solo fare snorkeling, si può quindi solo nuotare a pelo d’acqua con maschera e boccaglio e osservare i fondali ricchi di posidonia, alghe, pesci e crostacei.
In questa riserva vive la pinna nobile e, spingendosi al largo della barriera di posidonia, si possono ammirare gorgonie e spugne.Questa zona è riservata anche alla ricerca scientifica.
La zona B è balneabile e navigabile.Qui si praticano, ad opera delle guide del Consorzio che gestisce l’area, corsi di vela e di immersione subacquea anche per principianti.
La zona C (verso sud) è destinata alla pesca ecosostenibile dei soli pescatori professionisti e solo una volta a settimana, con reti a maglia larga.In questa zona la pesca è consentita ai soli pescatori dei territori compresi nell’area della riserva, per la tutela dell’ecosistema.
LA ZONA DI TERRA
La riserva terrestre è regno di tre ambienti naturali diversi: la macchia mediterranea, la zona paludosa e l’area costiera, caratterizzata da dune alte fino a 10 metri che arrivano sino alla spiaggia mostrando agli occhi del visitatore a secondo della zona che si attraversa, una ricca e varia flora e fauna.
La macchia mediterranea profuma di mirto, ginepro, lentisco e timo e non è raro incontrare qualche esemplare di tasso.Nella zona paludosa, tra canneti, fiori e piante vivono il falco di palude, la gallinella d’acqua, il martin pescatore e diverse specie di anfibi e rettili.
Sulla zona costiera si possono trovare invece oltre che granchi e conchiglie, la beccaccia di mare e il fratino che depone le sue uova tra le conchiglie mimetizzandole.
Le attività che si possono praticare sono trekking con percorsi stabiliti che portano alla Torre, passeggiate in bicicletta (bike trekking) tra i sentieri della macchia mediterranea, il tour con il Trenino del Mare che parte dalla spiaggia di Punta Penna Grossa.O si può percorre la zona umida fino ad arrivare alla Torre e alla sorgente del GaW Sit (la sorgente di acqua dolce) e per finire un bagno nella caletta.
LA TORRE ARAGONESE
La Torre di Guaceto è il simbolo della Riserva, sorge su di un promontorio che sovrasta la zona paludosa, nei pressi di un ruscello di acqua dolce sorgiva che arriva fino all’entroterra.Da qui il nome di Guaceto derivante da Gawsit, letteralmente acqua dolce in arabo.Vi sono infatti documentai che testimoniano la presenza araba in questa zona.Prima ancora degli arabi, da reperti di vasellame, urne e ceramiche ritrovate, queste terre risulta fossero abitate sin dall’età del bronzo da popoli dediti alla pastorizia ed alla caccia proprio grazie alla presenza dell’acqua dolce che vi sorgeva.
La torre, realizzata durante il regno di Carlo V nel 1563 per difendere il territorio dalle incursioni turche, è oggi centro di esposizione di reperti archeologici e documenti storici nonché meraviglioso belvedere per ammirare il panorama della Riserva.
COME ARRIVARE
Per arrivare a Torre Guaceto bisogna percorrere la SS 379, da qui vi sono due opzioni:
Si prende uscita Serranova seguendo le indicazioni stradali per Punta Penna Grossa, si raggiunge un grande parcheggio a pagamento e si usufruisce servizio navetta o del noleggio di biciclette.
Se si prende l’uscita Apani, invece, si giunge all`area servizi sud, in cui vi è parcheggio a pagamento e il servizio navetta.Nella Riserva non si entra con mezzi propri.
di Caroviglio e San Vito dei Normanni, ed è l’Oasi di Torre Gauceto.
Si tratta di una riserva dichiarata Area Naturale Marina nel 1991 e si estende per circa 8 chilometri tra Punta Penna Rossa e gli Scogli di Apani.
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